Prima domenica del neo-eletto Papa Leone XIV
Gv 10,27-30: Alle mie pecore io do la vita eterna.
Cari fratelli e sorelle,
oggi il Vangelo di Giovanni ci conduce al cuore della missione di Gesù: la relazione profonda tra il Buon Pastore e le sue pecore. “Le mie pecore ascoltano la mia voce”, dice il Signore. In queste parole sentiamo tutta la tenerezza, la premura e la fedeltà di un Dio che non abbandona, che guida, protegge e soprattutto conosce ciascuno di noi per nome.
Nel mistero di questo amore pastorale, oggi la nostra Chiesa vive un momento speciale: l’elezione di un nuovo Papa, Leone XIV. Un nuovo successore di Pietro, chiamato a guidare il gregge di Cristo in un tempo di grandi sfide e grandi speranze. Guardando a lui, il nostro cuore si apre alla preghiera: che possa essere un pastore secondo il cuore di Dio, capace di riconoscere nella voce del Signore la direzione da prendere, capace di ascoltare anche le voci ferite del popolo di Dio.
Il compito di un Papa non è semplice. È chiamato a camminare davanti al gregge, ma anche in mezzo ad esso, a volte dietro, per incoraggiare i più deboli. In questa pagina del Vangelo, Gesù ci mostra la misura del vero pastore: “Io do loro la vita eterna… nessuno le strapperà dalla mia mano”. Non si tratta di un potere, ma di una dedizione totale. Il Buon Pastore è colui che dà la vita. Non si accontenta di proteggere, ma si consuma per amore delle sue pecore.
Ed è proprio questo cuore – il Cuore del Buon Pastore – che preghiamo arda nel nuovo Pontefice. Un cuore che sa farsi dono, che sa ascoltare, che sa guidare con umiltà e fermezza. Un cuore che riconosce che tutto – il gregge, la missione, la forza – viene dal Padre, e che con il Padre e lo Spirito vive in un’unità profonda: “Io e il Padre siamo una cosa sola”. (Motto del Papa: “In illo uno unum”– “Nell’unico [Cristo] siamo uno”).
Questa unità è la fonte della nostra sicurezza. Non siamo soli. Non siamo abbandonati. Nessuno può strapparci dalla mano del Buon Pastore. In un tempo di incertezze, queste parole risuonano come una roccia: siamo custoditi, amati, conosciuti.
E a voi, cari ragazzi e ragazze che domenica scorsa avete ricevuto per la prima volta Gesù nell’Eucaristia, voglio dire una cosa semplice ma importante: non dimenticate mai quel momento. Gesù è entrato nel vostro cuore come il Buon Pastore che vi chiama per nome e vi ama immensamente. Continuate ad ascoltare la sua voce, a cercarlo nella preghiera, e a camminare con Lui ogni giorno. Il vostro cammino di fede è appena iniziato, ma con Gesù accanto, sarà sempre pieno di luce e speranza.
Desidero ora esprimere una profonda e sincera gratitudine al catechista, a tutte le catechiste, alle aiuto catechiste, che con pazienza, passione e dedizione hanno accompagnato questi ragazzi e le loro famiglie in questo cammino verso la Prima Confessione, Prima Comunione e Confermazione. Il vostro servizio silenzioso e fedele è un riflesso dell’amore del Buon Pastore. Un grazie speciale anche agli animatori, per le attività oratoriali fatte quest’anno ed ora che già si stanno preparando per l’Estate Ragazzi, portando gioia e spirito di fraternità alla nostra comunità.
Grazie a tutti coloro che, con generosità e spirito di servizio, si adoperano ogni giorno per rendere la nostra parrocchia un luogo accogliente, vivo, aperto alla grazia di Dio. Che il vostro impegno sia sempre benedetto e porti frutti di pace e unità.
E infine, un augurio per tutti noi: che anche nel tempo di vacanza non ci si dimentichi della vita spirituale. Le ferie non siano una pausa dalla fede, ma un’occasione per ritrovare, magari con più calma, il tempo per Dio, per la preghiera, per la riflessione. Che la nostra estate sia illuminata dalla presenza del Signore, affinché cresciamo ogni giorno come suo popolo amato.
Che Papa Leone XIV sia segno vivo di questa custodia di Dio. Che la sua voce, guidata dallo Spirito, ci conduca a riconoscere la voce del Cristo in mezzo al frastuono del mondo. E che noi, popolo di Dio, possiamo riscoprirci sempre gregge amato, chiamato a camminare unito verso la vita eterna.
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Preghiera estratta come riflessione dal motto del Papa Leone XIV “In illo uno unum”
Signore Gesù,
Tu che sei l’Unico,
ponte tra cielo e terra,
rendi la Tua Chiesa segno vivo di unità.
In Te, l’unico Cristo,
fa’ che diventiamo una cosa sola:
un solo cuore, una sola fede, un solo amore.
Guidaci con la voce del Tuo Spirito,
perché, sotto la guida del Papa Leone XIV, possiamo camminare uniti nella verità e nella carità.
“In illo uno unum”:
in Te, l’Unico, siamo uno.
Amen.
[composto da djrl]