Il Natale: Chiamata alla Gioa (parte prima)

INCONTRO  DEL GIORNO 13 GENNAIO 2016

TEMA DELL’INCONTRO ODIERNO

IL NATALE: CHIAMATA ALLA GIOIA

Abbiamo appena trascorso le festività natalizie in cui siamo stati chiamati a vivere la gioia e la pace del Santo Natale, che rappresenta per noi cristiani la chiamata d’amore per eccellenza e allora mi par doveroso soffermarci a verificare se il memoriale (= ripresentazione e non rappresentazione) di questo Mistero ha trasformato la nostra persona, o detto con parole più semplici, se abbiamo o no accolto adeguatamente Gesù nella nostra vita. Per farlo, basterà porci le domande che seguono, alla luce della Parola di Dio tratta da Is 60,1-6: “Alzati e rivestiti di luce… (omissis) la gloria del Signore brilla sopra di te”….. e dal Vangelo di  Lc 2,1-20: (omissis) …..”vi annunzio una grande gioia… (omissis)… oggi vi è nato un salvatore che è Cristo Signore… (omissis)… gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace agli uomini che egli ama”.

Eccole:

1. questo Natale, mi ha recato la gioia profonda annunciata dagli angeli ai pastori la notte santa? o sono rimasto inquieto, agitato, turbato, angustiato, come se nulla fosse accaduto?

(La gioia a cui si fa riferimento non è quella esteriore che sperimentiamo quando ci va tutto bene ma quella che supera le attese umane. È facile essere gioiosi se stiamo bene fisicamente, finanziariamente … non vivendo alcuna contrarietà ma…se andasse male? Saremmo felici ugualmente quando nessuno può fare niente più per noi, fidandoci ciecamente del Signore? Solo il possesso di questo tipo di pace e di  gioia vera possono rivelarci di aver fatto un Natale Santo!)

2. e se non possiedo questa pace e questa gioia che devo fare?

Se non possiedi pace  e gioia, devi ancora fare il tuo Natale!

GESU’ E’ L’UNICO SALVATORE CHE VINCE LE FONTI E LE FORZE DEL MALE

Se non abbiamo ancora conquistato questa pace e questa gioia cerchiamo di farlo insieme, con l’aiuto dello Spirito; di entrare cioè nel cuore dell’annuncio del Santo Natale per ottenerne le molteplici grazie speciali.

Nella vita, non sono tanto importanti le cose che ci accadono ma la nostra reazione ad esse. Dio sempre ha agito e agisce in continuazione, che l’uomo se ne accorga o meno; che ci faccia caso o meno; Lui agisce sempre  ma…

  • io come re-agisco a ciò che Dio fa?
  • Sono veramente sicuro di riconoscere Gesù come mio salvatore in ogni circostanza favorevole o sfavorevole della mia vita?
  • Se ne sono sicuro, come lo potrei testimoniare nella mia vita?
  • Faccio fare il salvatore a Gesù nella mia vita?
  • Come Gesù opera questa salvezza in me e intorno a me?

Cerchiamo ora di dare qualche risposta chiarendo innanzitutto il significato della parola “salvatore”. Salvatore è chi ti tira fuori da morte certa. È colui senza l’aiuto del quale tu saresti morto. Esempio: stai per affogare, stai già boccheggiando e non ce la fai più neanche a chiedere aiuto ma, proprio quando stai per lasciarti andare senza più alcuna speranza, arriva qualcuno che ti afferra e ti tira su. Questo è il vero concetto di salvezza e colui che ti salva è il vero salvatore. Cioè ti trovi in una situazione disperata da cui non potresti liberarti da solo e se non accade l’atto del salvamento, l’esito è tragico: la morte. Ebbene Gesù è il mio salvatore e mi ha salvato svelandomi una verità molto semplice: che cioè il nostro unico grande problema  sulla faccia della terra è il peccato. Questa e solo questa è la fonte di tutte le forme di male, dalla più tragica come la morte, alle più comuni come: ansie, affanni, depressioni, insicurezze, paure, complessi, tristezze, pensieri di suicidio, tedio della vita, squilibri… mali con cui un po’ tutti prima o poi abbiamo avuto a che fare e che notoriamente sono molto diffusi nel mondo. Come vincerli? Sarà il prosieguo del tema.

Nestore ha fatto la seguente testimonianza:

Qualche anno fa, era balzato alla ribalta delle cronache, un fatto di sangue veramente raccapricciante. Un giovane disabile, in carrozzella, attendeva un suo parente che stava per uscire con la macchina da un garage e stazionava proprio sul limitare della lunga rampa di accesso. Quando all’improvviso passarono di lì dei ragazzi che, dallo schiamazzo che facevano si poteva facilmente capire che fossero in preda all’alcool o altre sostanze stupefacenti. Qualcuno comincia a dileggiare il malcapitato che non può difendersi finché, non si sa se accidentalmente, gli viene data una spinta. La carrozzella comincia la sua sfrenata corsa sulla ripida rampa. Acquista sempre maggiore velocità impossibile da frenare, finché giunge a cozzare contro il muro del fondo. La morte del poveretto, sopraggiunge quasi sul colpo. La mattina seguente il fatto, un mio allievo, senza darmi neanche il tempo di sedermi alla scrivania per l’appello consueto, così mi interpella: <<prof., lei che crede in Dio, lei che dice sempre che Dio ci ama ed è un Padre buono, mi dica, dov’era il suo Dio quando quei “fetenti” hanno spintonato quel poveretto già sfortunato abbastanza e tanto castigato dalla vita?>>. Io mi sono sentito perso… non sapevo che rispondere. Ho taciuto per un attimo, e ho pregato nel mio intimo: <<aiutami Santo Spirito, suggeriscimi quel che devo dire…>>. Non avevo ancora terminato di proferire questa accorata richiesta che ho così risposto: <<sai dov’era il mio Dio, che è anche il tuo ed è un Padre tenerissimo? In fondo a quella rampa ad accogliere tra le sue braccia quel figlio tanto sfortunato e immensamente amato da Lui per portarlo con sé dove nessuno soffre più, dove nessuno può essere maltrattato, dove tutti sono felici per sempre!…>>. Un silenzio assoluto piomba sulla classe interrotto però, dopo qualche attimo, da uno studente diversamente abile, ospite di una casa famiglia, che in quella classe troppo spesso era oggetto di lazzi e dileggi: <<ma prof., ma è proprio vero che in cielo non si soffrirà più e nessuno mi darà più fastidio?>>. <<Certo!>>, gli rispondo. E lui di rimando: <<e Dio ci ama come un Padre?>>. <<È vero, ci ama più di un padre!>>. Egli allora: <<voglio andare subito in Paradiso,…>>. Terminata la lezione, tutti gli allievi escono per la ricreazione. Ne restano tre che mi si affiancano ed uno di loro, un immigrato, mi dice: <<lo sa prof., io ci credo che Dio è un padre buono e ci ama. L’ho riscontrato quando sono venuto in Italia ed eravamo in famiglia, veramente nella disperazione; lui ci ha aiutato. Voglio sperare che il giorno che me ne andrò da questa vita, venga a prendermi tra le sue braccia…>>. Era il mese di maggio all’epoca del fatto e terminato di lì a poco l’anno scolastico, Alin, così si chiamava, consegue il suo diploma con discreti risultati e per festeggiare, in una notte d’agosto non troppo bella, il mare agitato, insieme con taluni compagni di corso, era andato a fare un bagno dopo aver mangiato. Nessuno si avvede del pericolo finché la corrente diventa inesorabile. Alin sta male. Un compagno tenta di trascinarlo a riva tenendolo per mano, ma il mare sembra sempre più risucchiarlo tra i suoi flutti, finché Alin molla la presa del soccorritore indebolita dalla fatica …

Ebbene,  grazie a quella testimonianza di qualche mese prima, sono certo che il Padre era lì, che tra i flutti, stringeva tra le sue braccia quel figlio, che in classe, gli aveva testimoniato il suo amore e la sua filiale fiducia. Al funerale del giovane, presenti circa trecento giovani compagni d’Istituto, raccontai tutto questo e alla fine la mamma di Alin volle tra le lacrime ringraziarmi con un forte abbraccio. Io seppi solo balbettare: <<Quello stesso Padre, di lassù non vi abbandonerà!>>.

Circa un anno dopo, mi cercò un cugino di Alin per dirmi <<Prof. La mamma di Alin, tornata in Romania dopo la morte del figlio, la saluta tanto ma desidera soprattutto farle sapere che le è nato un altro figlio che ha riportato tanta gioia in famiglia…. e l’hanno chiamato Alin>>.  

Sul tema trattato è stato poi dato spazio agli interventi di ciascuno. Si è infine pregato sulle situazioni che più affliggono la famiglia e la comunità parrocchiale con preghiere spontanee accompagnate da un dolcissimo canto d’invocazione alla Santissima Trinità.

AVVISO.

Nel prossimo incontro si riprenderà il tema sviluppandone la parte restante:

GESU’ NOSTRA UNICA SALVEZZA CONTRO LE FONTI DI TUTTE LE FORZE DEL MALE.

A LODE E GLORIA DI GESÙ

 ALLELUJA !